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Il Sole della Scandinavia: le Capitali del Nord Europa

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Il Sole della Scandinavia: le Capitali del Nord Europa

Tre amici che partono da località differenti per riunirsi in un viaggio che attraversa il cuore del Nord Europa e della Scandinavia in particolare. Due partono da Torino, uno da Groningen, in Olanda; punto di ritrovo: Londra, dove incontrare un quarto amico che vive lì.

Tappe successive: Oslo, Stoccolma, Copenaghen, Groningen, Amsterdam.
Giorni di viaggio: 15

Per noi amanti dei viaggi la Scandinavia ha sempre rappresentato una tappa affascinante e suggestiva, un “must” immancabile prima o poi nella vita. La bellezza dei paesaggi da cartolina delle città nordiche, l’organizzazione perfetta e tutte quelle caratteristiche così diverse dalla nostra realtà quotidiana sono quasi impossibili da resistere per chi come noi ha sete di scoperte. Quale occasione migliore per esplorare il grande Nord se non quella di un amico che studia lì vicino? Così, con la scusa di venirmi a trovare in Olanda, nasce il progetto per fare un salto in Scandinavia. Non prima di aver fatto scalo a Londra per qualche giorno, però. La capitale britannica ha sempre il suo appeal e, un po’ per convenienza di prezzi e spostamenti, un po’ per riunirsi con il quarto elemento del gruppo, ci si è fatti prendere la mano aggiungendo una tappa all’itinerario.

Un viaggio emozionante e sorprendente, a tratti pesante a causa del terribile caldo che per la prima volta nella storia ha toccato massime africane in Scandinavia, ed in cui non sono mancati risvolti tragicomici che spesso ci accompagnano nelle nostre avventure.

Dopo giorni e giorni di preparazione degli itinerari, di organizzazione certosina per far quadrare spostamenti e bilanci e di valige da riempire, arriva finalmente il momento di partire.


LONDRA

18 Luglio 2014
Il ritrovo è all’aeroporto di Stansted a Londra. Saluti dopo tanto tempo senza vedersi, poi subito via sulla navetta, direzione centro città, dove ci aspetta il quarto componente. Dalla stazione Victoria (la principale stazione ferroviaria londinese) decidiamo di dirigerci direttamente verso la nostra dimora, affittata per l’occasione su AirBnb. La scelta è ricaduta su un quartiere non propriamente fra i migliori della City, un po’ per la scarsa conoscenza della metropoli, soprattutto a distanza, un po’ per motivi di convenienza. Il sobborgo appare fin da subito poco sicuro, quasi ghettizzato. Noi lo attraversiamo nella sua interezza, fino a giungere all’indirizzo indicatoci. Qui però abbiamo subito una sorpresa negativa, in quanto nessuno viene ad aprirci all’ingresso. Dopo oltre un’ora di tentativi e chiamate non risposte, con ancora i bagagli al seguito, accaldati per i 36 gradi umidi inglesi ed affamati dal viaggio, decidiamo di tornare verso il centro città per studiare il da farsi. Alla stazione Victoria abbiamo la possibilità di depositare i bagagli; il prezzo non è certo economico, ma è pur sempre meglio che girare per la città con le valige al seguito. Ne approfittiamo anche per comprare un abbonamento che ci permetta di ammortizzare i costi (elevatissimi) degli spostamenti, già scottati dalle due precedenti tratte in bus. Con 21 sterline ci è stato possibile muoverci illimitatamente su metropolitana ed autobus per tre giorni. Con tale costo a Torino giri un mese, ma bisogna adattarsi.

La giornata non è partita al meglio, ma decidiamo comunque di non perdere ulteriore tempo e di iniziare il tour della città. Le tappe sono le più famose: Big Ben, House of Parliament, Westminster, London Eye (rigorosamente da sotto, perché costi e code non si conciliavano con i nostri piani). La maestosità dei monumenti londinesi ci ammalia ed incanta, pur non essendo la prima volta in città. Nonostante l’alto prezzo del caldo afoso da pagare, in cambio abbiamo la fortuna di goderci tali meraviglie baciate dal sole, un privilegio che a Londra non tutti hanno.

Terminiamo la passeggiata davanti a Buckingham Palace. Qui ci fermiamo per più tempo, ingannati da quelli che sembravano i preparativi per l’uscita (o il rientro) della Regina. Facendosi tardi e non avendo ancora risolto la questione alloggio, decidiamo di tornare, percorrendo lo splendido Green Park sotto le prime (ed uniche) gocce di pioggia della capitale ed un cielo infuocato da un tramonto surreale.

Una volta trovato un wi-fi riusciamo a leggere una email inviataci da Tyrone, il proprietario dell’alloggio, il quale ci avvisava che non sarebbe stato in casa fino a sera. Noi, furiosi perché in questo modo perdevamo una giornata di affitto pagata, rispondiamo mostrando il nostro disappunto e dicendo di contattarci telefonicamente. E’ ormai ora di cena e non abbiamo alcuna sua notizia, non sapendo dunque dove avremmo passato la notte. Nel giro di un paio d’ore il deposito bagagli avrebbe chiuso, e gli hotel a cui ci eravamo rivolti per precauzione avevano solo un paio di camere triple disponibili. Dopo aver cenato in centro città (in un fast food, per via della mancanza di tempo e dell’incertezza sul denaro che avremmo dovuto spendere), la nostra decisione è quella di cercare un’altra sistemazione, vista l’inaffidabilità del padrone di casa. Valige in mano, ci mettiamo dunque alla ricerca di un ostello nei paraggi della stazione, ma qui riceviamo una doccia fredda: le camere disponibili viste nel pomeriggio sono tutte esaurite. Siamo ufficialmente in mezzo ad una strada. Non male per essere la prima sera. Il nostro amico nel frattempo è tornato a Cambridge, quindi non possiamo nemmeno appoggiarci a lui. Iniziamo a vagare alla ricerca di altri ostelli quando su una porta leggiamo una piccola scritta: “Hotel Russell”. Di stelle neanche l’ombra. Bussiamo. Ci apre un’anziana signora, molto inquietante, la quale ci dice soltanto “entrate”. Dietro la porta solo una rampa infinita di scale, che saliamo fino ad arrivare al suo “ufficio”. 70 sterline per tre notti. E’ un prezzo di poco superiore a quello che avremmo pagato (in realtà abbiamo già pagato) su AirBnb, quindi accettiamo. Anche perché non abbiamo molte alternative. La stanza sembra non esser mai stata aperta per anni, il caldo è insopportabile, le condizioni igieniche precarie e l’arredamento approssimativo, ma a noi va bene tutto pur di non dormire in strada. Poi siamo in pieno centro, e la stanza la utilizzeremo solo per tornare a dormire la notte. Resta il dubbio su come un posto in certe condizioni possa restare aperto. Grazie agli sfigati come noi, probabilmente.

La consapevolezza di poter dormire in un luogo sicuro e non su un marciapiede prende il sopravvento anche sul caldo, e crolliamo distrutti da una giornata intensa. Termina così il primo giorno di viaggio.


19 Luglio,
La sveglia suona presto, ci attendono diversi luoghi da esplorare nei punti più disparati della città. Dopo una breve colazione alla vicina stazione Victoria, ci dirigiamo verso la zona di Tower Bridge, il ponte più famoso della città, nonché uno dei più conosciuti al mondo. La vista è sempre suggestiva, non importa quante volte vi torniate. Nonostante si trovi in un’area prettamente industriale, il panorama che si scorge dalle rive del Tamigi è incantevole: una serie infinita di grattacieli ed edifici moderni si sussegue, incastrandosi tra loro dal terreno fino ad arrivare in cielo. Su tutti si staglia lo Shard, il celebre grattacielo progettato da Renzo Piano. La zona è una delle più ricche di Londra, in quanto molte aziende multinazionali importanti hanno stabilito lì la loro sede. Inoltre in quest’area si crea il meraviglioso contrasto fra vecchio e nuovo, in quanto in mezzo agli imponenti edifici è possibile perdersi in vicoli nei quali il tempo pare essersi fermato un paio di secoli fa. Vecchie taverne, chiese antiche e sottopassaggi ottocenteschi  si alternano a costruzioni futuristiche. L’esempio più lampante è costituito dalla vecchia fortezza, in cui stanno iniziando le installazioni delle innumerevoli rose finte che ancora oggi ne decorano il perimetro.

Dopo aver attraversato Tower Bridge ed aver assistito da sopra all’apertura del ponte levatoio, ci dirigiamo verso la zona della Basilica di St. Paul, area di ritrovo per turisti ma anche per studenti e lavoratori che la vivono quotidianamente. Pur essendo una zona commerciale è ricca di piazzette di una tranquillità fuori dall’ordinario. Basta svoltare l’angolo per trovarsi in un’oasi di pace all’interno di una città sempre in moto. Non a caso ci fermiamo qui per pranzo.

Dopo la pausa arriva il momento di una delle tappe più suggestive: Camdem Town. Il “quartiere” (definirlo così sarebbe riduttivo) punk attira migliaia di turisti ogni giorno per la sua anticonvenzionalità. Qui è possibile trovare di tutto tra il mercato e gli infiniti negozi che si susseguono ai due lati della via principale. La visita della zona richiede parecchio tempo per vastità, quantità di gente e curiosità da osservare. Noi tuttavia acceleriamo l’ultimo tratto per poter prendere in tempo il treno verso Cambridge, dove trascorreremo la serata insieme al nostro quarto amico residente lì. Il treno per la cittadina universitaria parte da King’s Cross, bellissima stazione ferroviaria, in cui per gli amanti del genere è doveroso fermarsi a visitare il binario 9 e 3/4 della saga di Harry Potter.

Cambridge è una cittadina che nasce intorno ad una delle università più rinomate al mondo ed il suo stile da classico college britannico la rende suggestiva e blasonata. Inoltre, essendo una città universitaria, è una città ricca di giovani e non mancano i luoghi di ritrovo. Arrivando non prestissimo, però, constatiamo che per gli inglesi il tempo della cena termina molto prima rispetto alle nostre abitudini, per cui troviamo quasi tutto chiuso. Non volendo mangiare anche questa volta presso un fast food, optiamo per l’unico ristorante ancora aperto, una pizzeria in cui veniamo letteralmente spennati con costi inverosimili di coperto (8euro a testa). Trascorriamo la serata al “The Regal”, uno splendido locale al centro di Cambridge, provvisto sia di pub che discoteca.

Una volta usciti, però, riceviamo una brutta notizia, in quanto il primo treno del mattino, che il nostro amico diceva essere alle 4.00, non passerà prima di un paio d’ore. La stazione è ancora chiusa e noi siamo stravolti, per cui proviamo ad appisolarci sulle panchine al di fuori, ma nonostante di giorno le temperature siano tropicali, la notte l’escursione termica è altissima e rischiamo il congelamento. Ci troviamo così a girare per la città per scaldarci, anche se non vi è luogo coperto in cui ripararsi. Riusciamo a guadagnare una mezz’oretta di anticipo prendendo il bus invece del treno per tornare a Londra. Qui le nostre speranze di scaldarci si infrangono sotto i colpi dell’aria condizionata a palla, ma la stanchezza prevale e riusciamo a dormire. Arriviamo a Londra a mattina già iniziata, ma riposiamo ancora qualche ora in albergo. Sopravvivere alle escursioni termiche di questa giornata è stato sicuramente un successo non indifferente, visto che la temperatura in stanza torna ad essere una ventina di gradi superiore a quella di poco prima sull’autobus.


20 Luglio,
E’ il nostro ultimo giorno nella capitale britannica e decidiamo di dedicarci alle zone più centrali. Per prima Trafalgar Square, sede del monumento all’ammiraglio Nelson, che domina la piazza, e della National Gallery. Proseguiamo poi verso zona Piccadilly (dove pranzeremo in un ottimo ristorante asiatico), dove, partendo dalla celebre piazza più centrale londinese, percorriamo la splendida Regent Street, probabilmente la via più elegante e ricca di Londra. Nel tardo pomeriggio ci concediamo un piccolo viaggio in metropolitana per arrivare all’Emirates Stadium, uno dei più moderni impianti calcistici d’Europa, di recente costruito per diventare la nuova casa della compagine dell’Arsenal. Nonostante la recente costruzione, lo stadio trasuda il blasone dei “Gunners” da ogni poro ed il colpo d’occhio, aiutato dallo splendido tramonto, è meraviglioso. Approfittiamo delle prime ore di buio per tornare a Piccadilly Circus, dove possiamo goderci la piazza illuminata dalle luci degli schermi pubblicitari e delle vetrine dei negozi. Un flusso continuo di persone pervade le vie, molte delle quali intente come noi ad accaparrarsi qualche souvenir da portare a casa.

Termina così anche la nostra ultima serata a Londra, è già tempo di fare le valigie e dormire presto, perché domani ci attende il volo per Oslo. Si cambia città, un nuovo Stato ci attende e sono particolarmente emozionato all’idea di metter piede per la prima volta in Scandinavia, una meta da sempre in cima alla mia lista. Salutare Londra non è mai facile, ma per lavoro avrò la fortuna di doverci tornare presto. Nel frattempo riceviamo la notizia che Airbnb ci rimborserà per il disguido dell’alloggio di cui non abbiamo potuto disporre, una lieta novella per un viaggio che nonostante tutti gli accorgimenti low cost presi, è destinato ad essere sempre più costoso a causa di tassi di cambio e differenti costi della vita.


OSLO

21 Luglio,
Ci accingiamo a lasciare una Londra per la prima volta grigia e uggiosa da quando siamo arrivati, non sapendo che il caldo afoso seguirà le tappe successive del nostro viaggio come un compagno fidato. Per essere comodi e non dover fare le cose di corsa arriviamo con larghissimo anticipo in aeroporto, ma questo si rivela un male. Nel prendercela comoda, infatti, includiamo una abbondante colazione a base dei gustosissimi muffin di uno dei bar interni all’aeroporto. Il problema è che non sappiamo che, a differenza di altri aeroporti, la coda è unica per tutti i voli, così, quando decidiamo di metterci in fila, troviamo il momento di massima piena. La coda avanza a rilento ed il tempo per l’imbarco stringe sempre più. Riusciamo a superare i controlli e iniziamo a correre come forsennati per arrivare al nostro gate, uno dei più distanti. Sembra la scena di un film. O di una pubblicità, a vedere uno dei miei compagni di viaggio correre con la valigia sotto braccio come fosse un rugbista con la palla ovale mentre si fa largo zigzagando tra la folla. Arriviamo al gate appena in tempo per imbarcarci ed abbiamo anche la fortuna di essere in prima fila, non tanto perché seduti accanto alle hostess (anche), ma perché per la prima volta in vita nostra possiamo allungare le gambe in aereo, oltre a poter scendere per primi.

Giunti ad Oslo, abbiamo qualche difficoltà a trovare l’alloggio prenotato (sempre con AirBnb), ma il tempo di ricerca viene completamente ripagato quando finalmente vi mettiamo piede. Una splendida casetta indipendente, comprensiva di ogni facilità, immersa in un boschetto su un piccolo altopiano da cui poter osservare parte della città. Una visuale da cartolina, con il classico paesaggio alberato scandinavo.

Quello che a primo impatto colpisce della capitale norvegese è la perfezione quasi surreale che contraddistingue la città intera. Tutto in ordine, tutto perfettamente a posto. Anche troppo, perché nonostante il caldo atipico, la città rimane a tratti deserta, creando una sensazione di solitudine quasi inquietante. Un gioiello solitario. Ci si aspetterebbe il contrario da una popolazione non abituata a giornate così splendenti: gli olandesi, ad esempio, appena vedono una giornata di sole, si riversano nei parchi o nei propri giardini per stare in compagnia all’aperto. Ma forse il caldo è tanto eccessivo da spaventare i locali.

Decidiamo di recarci in centro città, dove la zona della stazione ferroviaria è quella più popolata. Avendo parecchio tempo a disposizione, andiamo verso il Castello di Akershus, una fortezza posta su un altopiano che si staglia direttamente sul mare. La lunga camminata vale davvero la pena, perché l’area è ottimamente conservata e la vista dalle mura del castello è stupenda. Possiamo da qui osservare parte della città dall’alto, soprattutto la zona portuale ed il mare.  Il lungo cammino ci ha portato via gran parte del pomeriggio, ma il Sole è ancora lontano dal tramontare, trovandoci nel periodo di massima luce in Norvegia. La fortuna di trovare giornate così calde e soleggiate ci regala una sorta di tramonto infinito, in cui il Sole tende a calare lentissimo, offrendo un panorama ancor più suggestivo.

Per godercelo al meglio il punto migliore è il meraviglioso Teatro dell’Opera di Oslo, un gioiello di architettura moderna sia all’esterno che all’interno, che richiama migliaia di turisti. La caratteristica più suggestiva dell’edificio è l’ampio spazio esterno in salita, su cui molti norvegesi amano trascorrere del tempo in compagnia rilassandosi. Noi non siamo da meno, e approfittiamo di questa oasi di pace per rifiatare e godere del panorama sul mare. Impossibile non immortalare un tale paesaggio da ogni prospettiva.

Dopo cena approfondiamo la conoscenza della lunga via che porta al Palazzo Reale; via il cui parco è corredato d’installazioni moderne e fontane luminose. Non ci avventuriamo ancora sulla salita che porta al Palazzo, in programma per la mattina successiva. E’ ormai notte, ma il buio ancora non avvolge completamente la città. All’orizzonte è ancora possibile scorgere il filo incandescente del tramonto e dalla posizione di casa nostra è ancora più evidente. Vedere un tramonto alle 2.00 del mattino è qualcosa che non capita tutti i giorni, tanto meno se hai la fortuna di avere più 30 gradi a tale ora della notte in Scandinavia.


22 Luglio,
Come da programma, ci spingiamo fino a Palazzo Reale e dopo aver perlustrato la zona passiamo al grandissimo parco Frogner, contenente il Vigeland Park, l’area dedicata alle famosissime statue dinamiche dell’artista norvegese Gustav Vigeland, le quali sembrano prender vita per inscenare azioni di gruppo.

Queste sculture che si trovano all’interno del parco sono a grandezza naturale, proprio sul ponte di accesso troviamo ben 58 statue rappresentanti uomini, donne e bambini in pose stranissime. Al centro del parco c’è il pezzo forte, ovvero una colonna dove sono stati scolpiti migliaia di corpi ammassati che cercano di arrampicarsi verso l’alto come metafora del desiderio dell’uomo di avvicinarsi al divino.


23 Luglio,
Il meglio alla fine. L’ultimo giorno ad Oslo coincide con le visite più suggestive. Dapprima visitiamo l’Astrup Fearnley Museet, il museo di arte contemporanea di Oslo. Il museo si trova nella zona più moderna e ricca della città, poco oltre il porto e comunque sempre sul mare. Qui troviamo un po’ più vita, ma anche prezzi più elevati, in una città già di per sé carissima per il nostro cambio. L’edificio è progettato da Renzo Piano e già solo dall’esterno merita una visita approfondita per osservarne tutte le particolarità. Anche la mostra all’interno è molto interessante, con una serie di opere surreali che raffigurano diversi contesti della società odierna. Ogni dettaglio è opera ed è facile lasciarsi ingannare di fronte a particolari così realistici ed ingannevoli.

Una volta usciti dal museo è tempo di partire su uno dei tanti battelli per il giro dei Fiordi. Un tour stupendo, su un’imbarcazione che ricalca quelle classiche della tradizione norvegese, mentre intorno a noi si alternano mare aperto e piccoli isolotti dalle costruzioni in legno colorate e distese di altissimi alberi. A bordo il tempo sembra fermarsi e noi vorremmo che lo facesse davvero per restare immersi in un simile contesto di natura e pace dei sensi. Ci viene anche “offerto” un classico buffet norvegese, costituito da bruschette, salse e gamberetti a volontà. Nemmeno qui ho il piacere di assaggiare il vero salmone norvegese, che pare essere più una leggenda vista la scarsa reperibilità nei locali.

Purtroppo è tempo di tornare al porto e si è fatto ormai tardi. Meglio riposare perché domani si cambia di nuovo città e Stato. Stoccolma ci attende.


STOCCOLMA

24 Luglio,
Raggiungiamo Stoccolma in treno. La ferrovia in Scandinavia passa attraverso immensi boschi fittissimi e stazioni tradizionali che sembrano di un’altra epoca. Anche i treni sono un misto fra classico e moderno, ed il viaggio è godibile.

Arrivati a Stoccolma, troviamo subito un ambiente decisamente diverso da quello di Oslo. La città appare fin da subito più viva, dinamica, seppur l’architettura sia meno moderna rispetto alla capitale norvegese. Per gli spostamenti la soluzione più comoda ed economica è il bike sharing. Alloggiamo al micro-hotel, un albergo in cui le stanze sono appunto della minima grandezza indispensabile, senza finestre e con aria condizionata. Tutti i servizi sono in comune, ma la cura e la pulizia dell’hotel è altissima. Un concept innovativo che sicuramente non potrebbe replicarsi alla perfezione ovunque.

Attraversando le vie più commerciali e moderne della capitale, ci dirigiamo verso il centro storico, dove i vicoli della città vecchia ci catapultano nella tradizione svedese più intatta. Nel susseguirsi di strade e stradine non possiamo non fermarci ad ammirare edifici imponenti e affascinanti come il Municipio, il Parlamento, la Cattedrale, lo splendido Palazzo Reale con il cambio della guardia e l’acqua del mare che ne protegge i confini. Sulla sponda opposta rispetto alla nostra si staglia invece l’elegantissimo Drottingholm Palace. Per raggiungerlo basta attraversare un ponte ornato da corone dorate, che un addetto sta provvedendo a lucidare proprio in quel momento. Le calde temperature ci permetteranno di goderci una cena sul molo, con di fronte la suggestiva linea ferroviaria e metropolitana che aleggia sospesa sulle acque.

Anche le vie della città nuova meritano un’occhiata approfondita, con il loro brulicare di persone e negozi. Ci imbattiamo quasi per caso nell’enorme centro commerciale, da cui, attirati per uno spuntino, fatichiamo quasi a trovare uscita. La sera, vista la vita notturna decisamente più spiccata rispetto ad Oslo, proviamo a recarci in qualche locale, ma non siamo fortunati. Quello consigliatoci è chiuso al pubblico per una festa privata, mentre sembra proibitivo anche solo fermarsi a bere qualcosa: più di 13 euro per un drink sono un lusso che le nostre casse, già messe a dura prova dall’intero viaggio, non possono permettersi. Troviamo qualcosa di più economico e spartano nella zona vecchia, dove non mancano i locali con musica dal vivo.


25 Luglio,
La giornata è quasi interamente dedicata al museo all’aperto di Skansen, il parco dedicato alla tradizione svedese. Al suo interno vi si trova una vera e propria cittadella, composta da casette tradizionali del passato svedese, in cui vengono mostrati costumi classici ed antichi mestieri da addetti molto preparati, e da boschetti in cui si alternano vecchie cascinette ed aree per animali tipici della zona, come alci, orsi bruni, volatili di vari tipi e persino linci. Per vedere tutto e partecipare a tutte le attività proposte serve almeno mezza giornata, ma l’esperienza è sicuramente unica nel suo genere e permette di comprendere meglio le radici di un popolo così lontano dal nostro. Inoltre il museo si trova a Djurgarden, una zona ricca di attrazioni come il luna park o il museo degli Abba.

Nel tempo rimasto ci dedichiamo alla bellezza delle stazioni della metropolitana di Stoccolma. Ognuna di esse è caratterizzata da uno stile e da decorazioni diverse, come fossero piccole gallerie d’arte. Vale la pena salire sui vagoni e fermarsi ad ogni stazione per vederle tutte.

La metropolitana di Stoccolma è una galleria d'arte

Verso sera torniamo nuovamente alla città vecchia, dove visitiamo il celebre negozio “Gamla Stans Polkagriskokeri AB”, il quale altri non è che una bottega artigianale che produce caramelle tipiche, dalla forma allungata e dai gusti più disparati. L’aspetto delle caramelle tuttavia inganna, perché se a prima vista appaiono morbide e verrebbe naturale morderle, queste sono in realtà durissime e vanno sciolte man mano, cosa che le rende praticamente infinite. Approfittiamo dell’offerta per fare scorte da portare ad amici e parenti.


26 Luglio,
Ultima giornata svedese. La mattinata è interamente impegnata dal museo di Vasa, situato all’interno dell’isola di Djurgården; Vasa espone l’unica nave del XVII secolo rimasta intatta, il galeone Vasa, da cui il nome del museo. Il galeone svedese affondò durante il suo viaggio inaugurale nel 1628. Un museo da non perdere, che offre la possibilità di ammirare dall’esterno la nave su più piani, partendo dal basso per arrivare in cima. Il gioco di luci ed il contorno del museo, caratterizzato da reperti del periodo e persino salme e ricostruzioni in cera dell’equipaggio, rendono la visita davvero piacevole ed interessante. Non a caso è il museo più visitato dell’intera Scandinavia.

Nel pomeriggio, dopo una breve sosta nella piazza che ospita il Nobel Museum, ci dirigiamo verso una costruzione imponente ed avveniristica: la Stockholm Globe Arena, un impianto polifunzionale che ospita partite di hockey su ghiaccio, eventi sportivi e concerti. E’ il modello in scala del sistema solare più grande al mondo. L’arena è collocata in una zona molto periferica della città ed in bicicletta il percorso non è dei più semplici. Quando arriviamo restiamo un po’ delusi dal fatto che la zona è molto isolata ed in fase di rivalutazione, per cui contornata da diversi cantieri e zone industriali. Sicuramente una visita che vale la pena maggiormente nei giorni in cui vi è qualche evento programmato, ma per gli appassionati di architettura rappresenta comunque una tappa fondamentale. Inoltre per arrivarvi si attraversa una zona della capitale che altrimenti sarebbe trascurata, più popolare e multietnica, ma molto commerciale ed interessante.

Per l’ultima cena a Stoccolma scegliamo la cornice del centro storico nella città vecchia. I prezzi sono sempre abbastanza proibitivi per noi, ma veniamo attirati da un locale arredato in stile vichingo, in cui ci concediamo almeno l’ultimo dopo cena per brindare all’esperienza svedese.

Personalmente Stoccolma è stata la città che più mi ha entusiasmato in Scandinavia, e sono rimasto molto soddisfatto dalla Svezia, le cui aspettative a riguardo sono state confermate in pieno.


COPENAGHEN

27 Luglio,
Eccoci arrivati all’ultima tappa scandinava del nostro viaggio attraverso il Nord Europa. Per raggiungere la capitale danese ci affidiamo nuovamente al treno, ed appena fuori dalla stazione ci ritroviamo nel centro più profondo della città. Diamo giusto una veloce occhiata mentre cerchiamo l’autobus che ci porterà all’alloggio prenotato su AirBnb. Questo si trova in una zona periferica, costituita da alti palazzoni che poco si addicono allo stile scandinavo visto nel centro storico. Il nostro appartamento si trova in uno di essi, siamo un po’ isolati, in quanto intorno abbiamo un grande giardino ed uno degli stradoni principali di raccordo. Mi sento proprio in un quartiere tipico dell’urbanizzazione industriale nordeuropea, caratterizzato da grigio, cemento e graffiti. Non lontano dalla nostra ubicazione si trova la fabbrica storica della Carlsberg, che è possibile visitare.

In generale la città dà l’impressione di essere decisamente più popolare rispetto alle due capitali appena viste. Il centro storico è costituito da edifici tradizionali, sì, ma non mancano cantieri e vi si nota un numero maggiore di senzatetto e di infrastrutture trascurate, tra cui molte stazioni metro periferiche. Tuttavia, parlando con italiani incontrati per strada e che vivono a Copenaghen da anni, la criminalità è a livelli molto bassi e la soddisfazione per lo stile di vita è abbastanza elevata.

La nostra prima visita si concentra su una zona poco centrale ma tra le più famose in assoluto della capitale danese. Siamo nella zona della celebre Sirenetta, che nei dintorni vede attrazioni da non perdere come Gefion Fountain, la fontana a scalini con all’interno bellissime sculture di tori e la più grande Citadel (o Kastellet), la cittadella a forma di stella visitabile gratuitamente. All’interno non vi si trova molto, ma se la si riesce a vedere dall’alto la sua pianta stellata è una caratteristica tanto unica da renderla una tappa doverosa. Dopo aver girato all’interno della cittadella proseguiamo il nostro percorso lungomare, dove troviamo un bar-ristorante a tema navale ricavato da un vecchio capannone portuale e gli scogli dove è posta la statua della Sirenetta. Tuttavia, non ci avventuriamo subito verso la statua, in quanto non sappiamo trovarla esattamente. Avremo modo di trovarla solamente la sera successiva, quando però il buio non la rende pienamente visibile, seppur avendo il vantaggio di non trovare una folla di turisti a fotografarla (al massimo qualche coppietta in cerca di una passeggiata romantica). Poi diciamocelo, la zona circostante non è certamente da cartolina, sembra più un tratto spoglio di mare industriale in cui vengono scaricati materiali, per cui la notte almeno riesce a celare il panorama. Inoltre possiamo concederci scatti della sirenetta al buio, una particolarità che non tutti hanno in casa.

Procedendo sempre lungomare ma nella direzione opposta, si va verso il porto e le aree più centrali. Troviamo anche una riproduzione in dimensioni naturali del David, mentre sulla sponda opposta scorgiamo un sottomarino ormeggiato in esposizione ed il teatro dell’Opera, che avremo modo di vedere nei giorni successivi. Giungiamo al percorso che ci porta alla vasta piazza in cui è posto il castello di Amalienborg, più noto come Palazzo reale, in cui è possibile assistere al cambio della guardia. Proseguendo oltre la piazza, la stretta via Friedriksgade focalizza lo sguardo verso Frederiks Kirke, o Marmorkirken (chiesa marmorea), una splendida chiesa danese dalla grande cupola e dalla forma che riprende quella del Pantheon. L’edificio presenta la più grossa cupola della Scandinavia, a quanto pare ispirata a quella di San Pietro.

Impossibile poi non recarsi subito a Nyhavn, l’antico porto di Copenaghen, con il suo pittoresco paesaggio da cartolina che viene subito in mente ogni qualvolta si pensi alla capitale della Danimarca. Una zona molto turistica, ricca di locali con dehors direttamente sulle rive del porto ed imbarcazioni classiche a far da cornice. Si fa quasi fatica a camminare nelle ore di punta. Non solo ristoranti e negozi di souvenir, vi si trova anche qualche night club, di cui il centro è parecchio provvisto. Poco lontano si trova anche il museo nazionale, che comprende un  po’ di tutto, ma che vale comunque la pena visitare. E’ ormai sera, e la stanchezza inizia a farsi sentire, così rincasiamo in vista della giornata successiva.


28 Luglio,
Il secondo giorno è votato completamente al divertimento. La tappa giornaliera è infatti l’antico parco Tivoli, il parco divertimenti più antico d’Europa, posto proprio nel cuore della città. Diverse attrazioni per tutti i gusti ed un giardino tutto  da scoprire vi impiegheranno quasi l’intera giornata, considerando anche le code e la possibilità di mangiare in uno dei diversi punti ristoro al suo interno.

Una volta usciti dal parco, giriamo per le vie nei suoi dintorni, che sono quelle più centrali e commerciali della città e che brulicano di gente ad ogni ora. Ci troviamo così a Radhuspladsen, la piazza del Municipio e probabilmente la più bella in assoluto della capitale. A margine della piazza si trovano diverse statue e fontane, tra cui la più importante è sicuramente quella di Hans Christian Andersen, scrittore e poeta danese ed autore di fiabe come  “La principessa sul pisello”, “La sirenetta” ,” Il brutto anatroccolo” e “La piccola fiammiferaia”. Nel monumento lo scrittore è rappresentato seduto con un alto cappello a cilindro in testa e lo sguardo rivolto verso l’alto. La serata termina  tra i monumenti, ristoranti, fontane, vetrine, insegne luminose (tra cui quella del teatro) e dolcetti danesi delle vie del centro.


29 Luglio,
Ultima giornata in Scandinavia, in cui ci attendono diverse visite a luoghi più periferici della città. Per iniziare, il Castello di Rosenborg, i cui immensi giardini sono meta per chiunque voglia concedersi una passeggiata o un po’ di riposo nel verde. Il sole picchiante e le temperature afose richiamano molte persone all’interno del parco.

Successivamente ci spostiamo verso Grundtvigs Kirke, una chiesa enorme dallo stile espressionista. La sua architettura insolita la rende priva di vie di mezzo: o la si ama o non la si può vedere, ma merita comunque una visita dal vivo. Ed a proposito di chiese, non abbiamo la possibilità di salire in cima alla Chiesa del Nostro Salvatore, ma durante gli spostamenti possiamo vedere molto bene la sua torre caratterizzata dalle scalinate circolari che la circondano fino al punto più alto. Zoomando un po’ con gli obiettivi fotografici è possibile vedere anche le persone che vi fanno visita per ammirare la città dall’alto. Le sue ornature dorate la rendono inoltre ancora più appariscente. Una chiesa in pieno stile nordico.

La chiesa di Grundtvig a Copenhagen, uno dei pochi esempi di chiesa in stile espressionista

Riusciamo in particolare a scorgerla bene durante il tragitto che ci porta verso la biblioteca reale, un edificio moderno e davvero suggestivo, da visitare anche all’interno, facendo ben attenzione a non perdervisi. Per non farci mancare niente, eccoci poi a Christiania, il quartiere parzialmente autogovernato di Copenaghen, detto anche Città Libera di Christiania. Il quartiere è molto controverso ed è finito spesso sulle cronache, in particolare per la tolleranza nei confronti del commercio e consumo di hashish, motivo per cui i residenti ne chiedono la demolizione. La zona, nata come quartiere hippie, ora presenta anche caratteri reggae ed è da decenni centro dell’attivismo gay e dello squatting.

Ultima tappa di giornata è rappresentata dal Teatro dell’Opera, che possiamo visitare solo dall’esterno, ma che fornisce comunque una cornice suggestiva per godersi un po’ di relax cullati dai rumori del mare. Si conclude così la nostra esperienza in Scandinavia, una terra affascinante e particolare che una volta visitata ti resta nel cuore, di cui vorresti aver maggior tempo per approfondirne la conoscenza.

GRONINGEN

30-31 Luglio,
Non è tuttavia ancora tempo di lasciare il Nord; l’aereo da Copenaghen ci porta nei Paesi Bassi, terra dei miei studi nella città di Groningen. Approfitto dei due giorni a disposizione per mostrare la città ai miei due amici. Groningen è una città che vive prevalentemente intorno all’università, una delle più importanti in Europa e che richiama ogni anno migliaia di studenti da tutto il mondo. Proprio questo contribuisce ad attribuirle un carattere giovane ed internazionale. Il campus universitario è grandissimo e comprende diversi edifici che sono sede di varie facoltà, mentre la sede storica è ubicata nel centro della città, con uno splendido edificio (Academy Building) che vale la pena essere visitato nei giorni in cui è possibile entrarvi. Giusto nel 2014 l’università ha compiuto 400 anni ed in città sono state organizzate molte iniziative a riguardo. Di fronte all’Academy Building troviamo la grande biblioteca (UB), aperta tutti i giorni fino alle 24, provvista di ogni servizio ed in cui la maggior parte degli studenti trascorre praticamente tutta la giornata in periodo esami. Il centro storico è un gioiello, in cui svettano le due piazze principali: Vismarkt è la piazza del mercato, mentre Grote Markt è la piazza del municipio, un edificio classico di fronte al qual è posta, sul lato opposto della piazza, un’alta tribuna su cui è possibile sostare ad ogni ora del giorno per riposarsi o per ammirare la piazza dall’alto. Per chi volesse vederla ancora da più in alto, immancabile una visita in cima a Martini Tower, la torre dell’orologio della città. Tutt’intorno si intersecano vie e vicoli caratteristici e ricchi di negozi e locali per tutti i gusti. Groningen è celebre infatti per infinito numero di pub e clubs che dal pomeriggio fino a tarda notte accolgono la vita notturna. In particolare Poelestraat e Peperstraat sono le vie in cui si trova la maggior concentrazione di locali notturni, posti letteralmente uno accanto all’altro. Il più famoso è certamente il Drie Gezusters (le tre sorelle), che si affaccia su Grote Markt e che è considerato il più grande pub d’Europa. Un’altra via importante è Zuiterdiep, sede di diversi locali, ristoranti, negozi e del Casinò. Non mancano poi caratteristiche tipiche delle città olandesi, come i canali, i coffe shop o il distretto a luci rosse, ma nemmeno centri culturali come teatri, circoli, cinema e musei, di cui il più importante è il Groninger Museum (museo di Groningen), situato letteralmente sul canale di fronte alla stazione centrale. Da citare anche l’avveniristico planetario.

Una città piccola ma in cui non manca nulla, come fosse una metropoli in miniatura dal caratteristico stile olandese. Diversi anche i parchi, che sono sede di festival durante l’anno: il parco principale è quello poco a nord dal centro città, il Noorderplatsoen, mentre molto più grande è lo Stadspark. Per chi volesse invece spingersi più lontano e visitare zone fuori dalla città (e dal mondo) consiglio l’enorme lago Hoornsemeer (in cui trovare anche una spiaggetta e i classici mulini a vento) e Reitdiephaven, una schiera di casette colorate che si affacciano direttamente sull’acqua, immagine da cartolina che spesso viene associata alla città, seppur si trovi distante dal centro. Altre zone fuori dal centro sono Helpman ed Europapark, la zona dello stadio e la più moderna della città (è ancora in espansione).

Dietro Vismarkt, oltre alla chiesa “A-kerk”, prendendo Astraat, si susseguono altre stradine molto caratteristiche, la parte forse più “borghese” della città. Qui d’inverno viene organizzato il mercatino di natale tutt’intorno al canale ed anche le barche vengono addobbate.

Ma la peculiarità di Groningen, che la rende unica, è quella di essere la città più ciclabile al mondo. Qui tutti, o quasi, si spostano in bici, caratteristica dovuta sia alla componente studentesca della popolazione, sia alla chiusura al traffico di molte aree del centro, sia alla cultura della bicicletta che è diffusa in tutta l’Olanda. Non è un caso che la qualità della vita sia più alta rispetto alla media e che l’inquinamento sia al minimo. Le piste ciclabili attraversano e raggiungono ogni punto della città, sono separate dalla carreggiata riservata alle auto e vigono regole ben chiare e severe anche sul traffico ciclistico. Impossibile, appena arrivati, non restare affascinati dalla mole di biciclette parcheggiate tutte insieme nei luoghi principali di raccoglimento.


AMSTERDAM

01-02 Agosto,
Il viaggio in treno da Groningen ad Amsterdam è decisamente comodo e veloce. Approfittiamo della possibilità di fare dei biglietti di gruppo per pagare un prezzo molto più economico (in caso contrario le ferrovie olandesi sono molto care). La zona di fronte alla stazione centrale è come al solito quella con il maggior flusso di persone, ma l’ampio piazzale merita comunque un’occhiata più approfondita. Proseguendo dritti su Damrak (lo stradone ricco di negozi ed attrazioni che parte proprio dall’uscita della stazione) si arriva in pochi minuti a Piazza Dam, la piazza centrale di Amsterdam. Qui si trovano il Palazzo Reale, il Nationaal Monument, la Nieuwe Kirk ed il Madame Tussauds, il museo delle cere presente anche in altre città del mondo.

Da qui è possibile addentrarsi in profondità nei vicoli, stradine e canali che compongono il centro storico, oppure allargarsi verso le cinture più esterne. Si  tratta della zona più turistica e commerciale e pullula di visitatori ad ogni ora del giorno e della notte. Ci dirigiamo verso Art Square, la piazza dell’arte, dove si trovano diversi importantissimi musei: il Rijksmuseum (l’edificio più antico, arte fiamminga), il Van Gogh Museum e lo Stedelijk Museum (arte moderna e contemporanea). Inoltre la piazza comprende un ampio spazio verde e la famosissima scritta “I Amsterdam”, che viene letteralmente presa d’assalto da centinaia di turisti ogni giorno, e della quale si trovano altre installazioni in diversi punti della città, tra cui l’aeroporto. Per questi musei la coda è sempre molto corposa, per cui, avendo poco tempo a disposizione e già provati da un tour di due settimane, dobbiamo a malincuore rinunciare alla visita interna di quelli che sono gioielli di arte, architettura e design già ad uno sguardo esterno.

Nonostante il caldo torrido ci abbia accompagnato per tutto il viaggio, l’Olanda come al solito fa eccezione, ed Amsterdam risulta decisamente più fresca, oltre alle precipitazioni che di tanto in tanto si riversano sulle nostre teste. Il tempo qui muta molto rapidamente, il vento sposta velocemente le nubi passando in fretta dal caldo sole alla fredda pioggia. Alloggiamo in una zona periferica, ma l’appartamento trovato su AirBnb è un lusso per il prezzo stracciato che abbiamo ottenuto ed è provvisto di ogni optional. Tuttavia ci appoggiamo qui solo per la notte, trascorrendo in giro per la città tutto il resto della giornata. Come a Groningen, anche ad Amsterdam gli olandesi prediligono la bici per gli spostamenti, ma questi non sempre sono agevolati dalla mole di turisti distratti presso le vie del centro. Quindi se non volete rischiare di essere investiti da bici a tutta velocità, occhio alle piste ciclabili!

Durante la nostra full immersion nella capitale olandese abbiamo modo di passare sotto la celebre Casa di Anna Frank e visitare il grandissimo mercato floreale (Bloemenmarkt) che si affaccia sul canale Singel. Qui è possibile trovare ogni tipo di fiore o seme, con particolare attenzione verso i tipici tulipani.

Per gli amanti del genere, consiglio la visita all’immenso giardino fiorito di tulipani poco fuori Amsterdam (raggiungibile comodamente tramite navette): il Keukenhof, che ho avuto modo di visitare nei mesi precedenti. Poco distante da qui si trovano Muntplein, la “piazza ponte”, poiché costruita di fatto su un ponte e comprendente la torre Munttoren e la via adiacente, Reguliersbreestraat, che porta a  Rembrandtplein, dedicata a Rembrandt e sede di diversi locali, ristoranti e pub molto caratteristici. Inoltre la città è particolarmente caotica in queste zone per via del Gay Pride che si svolge proprio in questi giorni, con feste nelle piazze e nelle barche sui canali.

Altre zone da non perdere sono il Jordaan District (quartiere degli artisti), lo Spiegelkwartier (quartiere dell’antiquariato e dell’arte moderna) ed il quartiere  Nieuwe Zijde, proprio dietro a Piazza Dam e caratterizzato dalla Nieuwe Kirke e da un edificio storico in cui è stato posto un centro commerciale di brand d’alta fascia. Fortunatamente Amsterdam è una città dal centro storico non troppo grande, se comparato a quello di altre metropoli (in pieno stile olandese) ed è dunque possibile visitarla interamente. Bisogna solo fare attenzione a non perdersi tra i suoi vicoli e canali, ma con una cartina è molto semplice seguire un percorso unitario. Ciò che prende più tempo sono sicuramente le code per musei ed attrazioni, ma il consiglio per chi non ha troppo tempo a disposizione è quello di perdersi all’interno delle stradine, edifici e negozi per scoprire gli angoli più caratteristici della capitale. Altri luoghi interessanti sono il museo dell’Hermitage e la storica fabbrica della Heineken, visitabile all’interno attraverso un tour guidato a base di birra (tanta birra!).

La sera la vita notturna si concentra principalmente nelle zone del Quartiere a Luci Rosse, dove centinaia di vetrine e night club accolgono la prostituzione legalizzata e divenuto vera e propria attrazione turistica, anche per la sua centralità, in quella di Leidseplein e vie adiacenti, dove si concentrano pub, bar, club e discoteche di ogni tipo e Rembrandtplein, di cui ho parlato prima. In tutte queste zone si trovano i coffee shop, dove è possibile consumare prodotti derivati dalla cannabis, vero e proprio motivo di visita ad Amsterdam per molti viaggiatori.
Se volete viverla all’olandese, la sera inizia con qualche birra (l’Olanda ne produce tantissime) in un pub e poi giro dei vari club (il cui ingresso è quasi sempre gratuito).


03 Agosto,
termina anche la tappa di Amsterdam, ed è tempo per noi di fare ritorno a Torino, dopo un viaggio incredibile che ci ha portato ad attraversare il Nord Europa e la Scandinavia come non si erano mai visti e per me dopo 6 mesi di lontananza da casa. Ripartiamo in aereo da Schiphol, il gigantesco aeroporto di Amsterdam, che per design, comodità, e negozi meriterebbe una visita a parte. Una sorta di piccola città in cui si potrebbe tranquillamente vivere, se non fosse per gli addetti che vengono a svegliarti se ti sdrai sulle poltroncine la notte (esperienza personale durante un viaggio successivo in attesa del treno del mattino).

Dopo qualche solito problema con i bagagli a mano delle compagnie low cost, è ora di lasciarsi adagiare sul sedile dell’aereo e riposare per le fatiche appena trascorse e tornare alla vita di tutti i giorni. Almeno fino al prossimo viaggio.

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